C'era bisogno di un altro sito sui telefilm?
Esistono diversi siti dedicati al mondo dei telefilm ma praticamente tutti presentano una prerogativa: in essi si parla quasi esclusivamente dei serial più recenti e popolari. Telefilmania.it nasce per colmare questa lacuna essendo in particolar modo dedicato ai telefilm più datati o di nicchia. Non che non si possa parlare di Lost o del Dr.House ma il sito si pone come principale scopo la raccolta e lo scambio di informazioni su serie "cult" come Chips e Supercar, serie scomparse come Baretta o Lou Grant e serie "minori" (non per qualità) quali Squadra Emergenza o Alla corte di Alice.

Digitale terrestre: un passo avanti... e diversi indietro


"Ci siamo", come dicono tanti volti noti sorridendo dal teleschermo, il "digitale terrestre" sta arrivando. Lo "spegnimento" del segnale televisivo analogico (già effettuato in Sardegna) verrà attuato progressivamente in tutto il territorio nazionale nel corso dei prossimi mesi e per poter continuare a guardare le trasmissioni televisive sarà necessario dotarsi di apposito decoder (o di apparecchio televisivo con decoder integrato).
Ma è veramente questa "rivoluzione" di cui tanto si parla? Beh, per gli utenti, dal punto di vista pratico senz'altro: se non ci si adegua acquistando i nuovi ricevitori, sarà impossibile vedere la tv, pur pagando regolarmente il canone per un apparecchio divenuto ormai inutilizzabile (e immagino che per molte persone anziane o meno avvezze alle nuove tecnologie sarà piuttosto trumatico). Ma dal punto di vista qualitativo il DVB-T (sigla indicante il nuovo standard televisivo) non è affatto quel passo evolutivo che ci vogliono far credere.

La prima menzogna riguarda l'offerta: "tanti nuovi canali in più" ci viene detto nello spot... a Roma, dove l'offerta digitale è già a pieno regime, con il vecchio ricevitore analogico si riescono a sintonizzare più di 40 canali mentre con il ricevitore digitale, togliendo tutti i canali criptati (a pagamento) non si raggiungono i 30. Non vi è traccia, sul digitale, dei tanti canali locali che, probabilmente, sono destinati a scomparire.
La seconda leggerezza riguarda la semplicità: ci dicono che non vi è alcun bisogno di interventi tecnici, ma non sempre è così. La sensibilità dei ricevitori digitali è più "suscettibile" di quella dei ricevitori analogici: io stesso ho dovuto far intervenire l'antennista per riuscire a sintonizzare tutto il carnet di canali del "mux B" Rai, e ruotando l'antenna di solo un paio di gradi, li perdo nuovamente, pur essendo la mia zona servita da ben due ripetitori, vicini e potenti. Con il segnale analogico si poteva ruotare l'antenna di un quarto di giro avvertendo solo un peggioramento della qualità delle immagini. Saranno in tanti a dover perfezionare l'orientamento di antenne che non vengono toccate da anni.
A proposito di "suscettibilità" del ricevitore digitale, molti non sanno che in caso di deterioramento del segnale (causato magari da un temporale) il digitale terrestre semplicemente smette di funzionare. Niente nebbia, niente rumore, niente immagini doppie: semplicemente schermo nero con una sovrimpressione che avverte della perdita del segnale.
Un'altra caratteristica antipatica è data dai "fermo immagine" che si verificano con frequenza variabile: sempre a causa di oscillazioni nella potenza del segnale televisivo che non causavano praticamente nessun inconveniente ai ricevitori analogici, con la tv digitale capita di vedere l'immagine "congelarsi" per una frazione di secondo. Niente di grave quando ciò accade di rado, ma immaginate di guardare una gara sportiva con continui "freeze" dell'immagine che vi impediscono di seguire le azioni...
E che dire del ritardo di circa due secondi con cui il segnale arriva rispetto all'analogico? Semplicemente, se state guardando una partita, sentirete i vostri vicini di casa che esultano prima ancora che voi possiate vedere il goal.

A tutto ciò vanno aggiunte le consuete problematiche operative legate all'utilizzo di nuovi apparecchi digitali, decoder o schermi che siano. Non sono certo un nostalgico refrattario alla tecnologia (lavoro nell'informatica da 15 anni) ma è innegabile che gli strumenti digitali aggiungano alla eventualità di guasti hardware, anche una serie di piccole e grandi anomalie legate alla operatività del software. E così accade che il vostro decoder/tv si "impalli" mentre state cambiando canale, costringendovi ad aspettare svariati secondi o addirittura a spegnere e riaccendere l'apparecchio, o che dei canali improvvisamente scompaiano per poi riapparire (nel migliore dei casi) alla successiva riaccensione, oppure che un canale venga misteriosamente spostato in una nuova "posizione" (RaiDue che scompare dal consueto "2" per riapparire al "1016"!). Siamo d'accordo, la frequenza di tali inconvenienti dipende anche dalla qualità dell'apparecchio, ma in quanti acquisteranno dispositivi economici solo perchè costretti dal cambio di standard? E' giusto quindi considerare tali anomalie come tutt'altro che remote.
Una conseguenza indiretta del passaggio al digitale sembra essere la scomparsa della diffusione del palinsesto a beneficio degli utenti. Sin da quando sono nato ho sempre visto riviste con la programmazione televisiva di tutta la settimana (o anche più) e l'arrivo del televideo prima e di internet poi ha favorito la diffusione delle informazioni sui palinsesti nazionali. Provate a cercare la programmazione dettagliata per le emittenti esclusivamente digitali, come RaiQuattro o Iris: non la troverete. Cosa accadrà quando tutte le emittenti saranno esclusivamente digitali?

Insomma, sembra proprio che questa frettolosa "rivoluzione" sia stata motivata da ben altre intenzioni che non da quella di migliorare uno standard collaudato ormai da mezzo secolo, e che chi non è intenzionato a sottostare alla logica dei contenuti a pagamento non troverà alcun valore aggiunto nella nuova televisione digitale. Ma forse è proprio un primo passo verso la riduzione progressiva dei contenuti gratuiti che spingeranno gli utenti ad acquistare i nuovi contenuti dedicati...

Paolo Tortora
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