C'era bisogno di un altro sito sui telefilm?
Esistono diversi siti dedicati al mondo dei telefilm ma praticamente tutti presentano una prerogativa: in essi si parla quasi esclusivamente dei serial più recenti e popolari. Telefilmania.it nasce per colmare questa lacuna essendo in particolar modo dedicato ai telefilm più datati o di nicchia. Non che non si possa parlare di Lost o del Dr.House ma il sito si pone come principale scopo la raccolta e lo scambio di informazioni su serie "cult" come Chips e Supercar, serie scomparse come Baretta o Lou Grant e serie "minori" (non per qualità) quali Squadra Emergenza o Alla corte di Alice.
Nuove frontiere della fiction
La "New Wave" dei telefilm inglesi

Mi sono permesso nel titolo di parafrasare la "new wave of british heavy metal", movimento musicale che sconvolse il panorama Rock degli anni '80, per simboleggiare la ventata di novità (almeno per noi italiani) che arrivano dalla produzione televisiva britannica in questi ultimi anni.
Un primo innamoramento tra la TV italiana e le produzioni seriali inglesi era avvenuto negli ormai lontani anni '70, quando la RAI, in regime di monopolio di stato, poteva scegliere senza condizionamenti a quali mercati rivolgersi per i prodotti da importare. La tendenza a privilegiare le produzioni del vecchio continente portò sui nostri teleschermi serie particolari come "Su e giù per le scale" o la sitcom "Un Uomo in Casa" e il successivo spin-off "George e Mildred" (recentemente pubblicato in DVD). Fu così che il timido pubblico italiano da "sceneggiato" scoprì lo houmor inglese, probabilmente mai completamente compreso... del resto, gli stessi "cugini" americani continuano ancora oggi a prendere in giro l'umorismo britannico, bollandolo come "insensato".
Con lo sviluppo della concorrenza con la televisione commerciale, iniziarono poi a spopolare i telefilm americani, la cui offerta è risultata subito talmente vasta da riempire i palinsesti di tutte le emittenti nazionali (ancora poche, prima dell'avvento della TV satellitare). E così, il vocabolo stesso "telefilm", nell'immaginario popolare italiano, è diventato indissolubilmente legato alla produzione televisiva statunitense. Chi scrive è proprio figlio di tale condizionamento culturale: praticamente tutte le schede finora pubblicate su telefilmania.it sono relative a fiction americane.
Ma con la proliferazione dei canali televisivi portata dalla piattaforma satellitare prima e da quella digitale terrestre poi, si sono verificate le condizioni per un ampliamento dell'offerta, ed ecco tornare alla ribalta le produzioni televisive seriali d'oltre manica.

Una delle prime emittenti a rivolgersi al mercato inglese è stata la giovanile MTV che ha coraggiosamente proposto al suo pubblico l'originale sitcom-finto-reality "The Office", forse più adatta ad un pubblico maturo e culturalmente smaliziato per trovare il giusto consenso sulla TV musicale. Più vicina ai gusti dei naturali spettatori di MTV si è rivelato invece "Skins", controverso serial che narra (senza veli) i turbamenti adolescenziali di un gruppo di giovani abitanti di Bristol. Da notare che entrambi i serial hanno riscosso talmente tanto successo internazionale da meritarsi un adattamento statunitense... probabilmente negli americani è ancora talmente tanto radicato il sentimento di indipendenza dalla antica "madre patria" che quando apprezzano un prodotto inglese preferiscono rifarlo da loro piuttosto che "consumare" l'originale.

Tornando al panorama italiano, anche l'emittente La 7 ha attinto alla produzione televisiva inglese, trasmettendo in italia serie poliziesche come "Hustle - i signori della truffa" o "L'ispettore Barnaby", sonnacchioso telefilm adatto ad un pubblico per lo più anziano (per i fan dell'ispettore Derrick, per intenderci).
Ma il genere che più ha segnato la nuova popolarità dei serial inglesi è quello della "science fiction" (o fantascienza, per dirlo all'italiana). Non dimentichiamo che alcuni dei più famosi serial di fantascienza della storia della TV sono proprio inglesi e che la serie fantascientifica in assoluto più longeva è proprio britannica. Stiamo parlando di quel "Doctor WHO" che proprio da poco ha fatto il suo ritorno sugli schermi italiani con una delle sue più recenti incarnazioni. Parlare del "dottore" in poche righe sarebbe impossibile e pretestuoso: si tratta di un fenomeno culturale che ha generato un vero e proprio "pantheon" di entità e personaggi e che vanta appassionati estimatori in tutto il mondo. Mentre scrivo le ultime stagioni (per ora) prodotte sono in programmazione sull'emittente digitale terrestre Rai 4.

Sempre la Rai ha acquistato diversi telefilm fantascientifici inglesi, non sempre trattandoli con le dovute attenzioni (ma quello di "mutilare" le serie tv con interruzioni, repliche e spostamenti di giorno, orario e canale, è un vecchio malcostume di mamma Rai).
"Life on Mars" è una tra le serie più acclamate degli ultimi anni, anche questa rifatta in versione statunitense (con risultati peraltro di qualità): l'ispettore della polizia di Manchester Sam Tyler, in seguito ad un incidente stradale, si ritrova inspiegabilmente proiettato indietro nel tempo al 1973 e impiegherà due stagioni per capire cosa sta succedendo.
"Survivors", smembrata dal palinsesto di Rai Tre, narra le vicende di un gruppo di sopravvissuti ad un virus letale che ha decimato la popolazione britannica.
"Primeval" è una serie d'azione più leggera e basata in buon parte sugli effetti speciali: delle misteriose anomalie spazio-temporali si aprono e si chiudono permettendo il passaggio di creature preistoriche. La serie narra le vicende di uno speciale team che si dedica allo studio delle anomalie ed alla gestione delle emergenze derivanti dalla loro apertura.

Concludiamo con uno dei migliori prodotti di questa nuova "ondata" di telefilm britannici: si tratta di "Jekyll", telefilm ambientato ai giorni nostri che recupera in modo decisamente originale la storia de "Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde". Le vicende sono dense di pathos e di mistero ma non manca nemmeno l'azione, dando vita ad un cocktail particolarmente riuscito. Ottima la recitazione, tanto del protagonista maschile James Nesbitt, quanto della protagonista femminile Michelle Ryan, che verrà subito "rapita" dai produttori americani per "Bionic Woman".
Quelli che ho citato sono, naturalmente, solo una piccola parte dei serial britannici giunti sugli schermi italiani negli ultimi anni e mi scuso in anticipo se ho tralasciato qualche telefilm degno di nota, ma questa esposizione voleva essere esemplicativa dello stato di "vitalità" in cui si trova la produzione televisiva britannica.
Aspettatevi dunque le prime schede relative a telefilm inglesi su questo sito, nei prossimi mesi. Per qualunque segnalazione (o correzione) non esitate a scrivere all'indirizzo e-mail che compare in fondo alla pagina.

Paolo Tortora
© telefilmania.it




IMMAGINI
(cliccare sull'immagine per vederla ingrandita)





Tutti i testi sono proprietà di telefilmania.it © - Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione del titolare
I nomi di serie, personaggi, emittenti etc. appartengono ai rispettivi proprietari
Molte immagini sono state liberamente prelevate da internet: se qualcuno ne possedesse i diritti può richiederne la rimozione
Cookie policy